LA GUERRA NON PUO’ ESISTERE SE NON LA SOSTENIAMO

Il male del mondo, del quale molti sembrano scandalizzati o inorriditi, non è altro che la manifestazione collettiva del male dentro gli individui.

La violenza, il male e la guerra non sono solo bollettini del telegiornale ma realtà concrete che puoi riscontrare dentro di te. Ed è lì, principalmente, che vanno affrontate.

Claude Anshin Thomas, é ora un monaco zen americano sostenitore della pace e della non-violenza , ma quando aveva diciassette anni partí come volontario per la guerra nel Vietnam.
Claude, durante una difficile infanzia fatta di abusi e abbandoni, aveva assorbito dall’ambiente famigliare l’idea della guerra come una grande avventura: il padre era stato un veterano della seconda guerra mondiale, mentre il bisnonno aveva partecipato alla guerra ispano-americana.
Claude era stato inoltre un atleta molto competitivo: aveva iniziato a studiare karate, ed era rimasto colpito da alcuni film hollywoodiani che esaltavano la guerra.

Quando gli Stati Uniti entrarono nel conflitto vietnamita, chiese di arruolarsi. In Vietnam Claude divenne capo equipaggio di elicottero e imparó ad usare la mitragliatrice M60. Un giorno la sua pattuglia venne attaccata da alcuni uomini vestiti da monaci buddhisti che nascondevano sotto i loro vestiti armi e bombe: tre dei suoi compagni furono uccisi.

“Il mio lavoro in Vietnam era uccidere la gente. Quando, dopo due o tre mesi dal mio arrivo, per la prima volta fui ferito in combattimento, mi ero già reso direttamente responsabile della morte di diverse centinaia di persone. E oggi, giorno dopo giorno, vedo ancora la faccia di molte di loro.”

Per cinque volte il suo elicottero venne abbattuto, ma lui riuscí sempre a salvarsi. Durante l’ultimo di questi attacchi il comandante e il pilota dell’elicottero morirono mentre Claude riuscí a sopravvivere, tornando in America con lo sterno piegato, la mascella, le costole e il collo rotti.

Il ritorno negli Stati Uniti fu molto simile a quello di molti altri reduci dal Vietnam: un incubo fatto di alcol, droghe, insofferenza cronica, violenza, e perdita degli affetti. Claude abbandonó la moglie e il figlio, finí piú volte in carcere, e visse per un paio d’anni in un auto bruciata a Pittsburgh. Anche dopo sette anni da quando aveva smesso di bere e drogarsi era perseguitato da incubi spaventosi e frequenti insonnie.

Claude divenne politicamente e socialmente attivo per porre fine alla guerra in Vietnam, per i diritti degli studenti, e per affrontare le situazioni disastrose di molti dei suoi colleghi veterani.
Quando fu invitato in Francia dal monaco buddhista vietnamita Thich Nhat Hanh a un ritiro per reduci del Vietnam, Claude si accampò fuori dal monastero, tracció un perimetro intorno alla sua tenda e ci mise delle trappole: era convinto, in caso contrario, che i vietnamiti che ci vivevano lo avrebbero assalito e ucciso.

“La guerra non è mai finita. La guerra non inizia con una dichiarazione e finisce con un armistizio. Le guerre non possono esistere se non le sosteniamo. La guerra é un’espressione collettiva della nostra aggressività individuale, una espressione collettiva della nostra personale sofferenza.”

(MANUALE DEL PARTIGIANO ZEN)

LIBRI di GIORDANO

 

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