Cosa insegna questo tempo?
Cosa ci ha insegnato, cosa mi insegna, al di là delle chiacchiere di superficie?
Da una parte sembra quasi tutto perduto.
Gli ultimi anni, gli ultimi giorni, mostrano un cammino tracciato verso l’orrore.
Il marciume e la pazzia sembrano contagiare ogni cosa, la corruzione delle istituzioni emerge su scala planetaria, il condizionamento dell’umano tramite la tecnica e la propaganda sta raggiungendo proporzioni gigantesche.
Si ipotizza tranquillamente un conflitto nucleare, anzi si esulta come allo stadio, buttando nel cesso le poche cose utili che si potevano imparare dalla storia mondiale e dal buon senso.
Le oligarchie del mondo, dopo aver osservato gli esiti di un’emergenza sanitaria prolungata, si preparano ad allestire scenari ben più terribili, prese anche loro da un delirio folle e diabolico, come se potessero alla lunga controllare lo sviluppo delle conseguenze innescate.
Depressione e senso di impotenza sono all’ordine del giorno, e tutto sembra portarci verso un inebetirsi dell’essere umano, verso una sua totale riduzione a macchina, a QRcode.
Un baratro senza ritorno sembra spalancarsi davanti a noi tutti.
Dall’altra parte c’è una piccola ma ostinata sensazione nel mio petto, e vedo che non sono il solo a sentirla.
L’oscurità sta scagliando tutte le sue armi e sta diventando totalmente visibile, per chi ha il coraggio di guardarla.
E per una legge inevitabile, sta affilando per contrappasso le armi di ciò che non è Oscurità, di ciò che si è già sottratto all’inferno.
La libertà, solo fino a dieci anni fa, era, almeno per la nostra piccola parte di mondo, una parola per molti assodata, quasi fuori moda, come se tutti dessero per scontato di essere liberi e di vivere nel migliore dei mondi possibile.
Non era così, ma ora qualcuno se n’è accorto, e se ne accorgerà.
Adesso non si può più fare finta di niente.
Ora, diventa assolutamente necessario vedere dove e come siamo condizionati.
Anche prima lo eravamo, ma ora non possiamo più voltare la testa, o soccomberemo.
L’umano deve fare uno scatto decisivo, poiché la vecchia mente suicidaria che lo comanda è totalmente insostenibile.
Dobbiamo vedere se esiste qualcosa in noi che non può essere condizionato, che non può essere imprigionato, che non può essere corrotto, che non può essere ucciso.
Dato che questo sistema di mondo ci vuole automi controllati e obbedienti, dobbiamo assolutamente vedere se c’è qualcosa in noi che non può essere condizionato e schiavizzato.
L’Oscurità di questo tempo e di questo mondo ci spinge velocemente a porci questa domanda: non ci sono alternative.
Credo che sia una battaglia che ha il sapore dell’eterno, dove non ce la si può più raccontare, dove tutto ciò che è nascosto viene alla luce e dove ognuno dovrà affrontare i sui demoni: dentro, fuori, da solo, e insieme. È un cammino di risveglio indispensabile e inevitabile.
Al di là di tutti gli accumuli mentali ed emozionali, di tutte le cose che penso di sapere, di tutti i telegiornali, le pubblicità e le stupidate che ho assorbito, al di là di tutte le credenze e i giudizi, c’è qualcosa in me che è libero, fresco, presente, vero, giusto, accogliente, non ricattabile, non controllabile, non condizionato? C’è qualcosa in me che non può essere trascinato nell’orrore, nel baratro, nella morte?
Questo mi chiedo quasi ogni mattina, nella mia piccola pratica che cerco di estendere all’intera giornata.
E se non fosse altro, dopo questa pratica, mi sento in genere un po’ più libero, un po’ meno controllabile, un po’ più fresco e un po’ meno condizionato: e allora mi sembra che questa “cosa” ci sia, e che valga tutta la mia ricerca e la mia devozione.
Questo tempo sospinge con forza a questa ricerca, a questo prendersi cura, verso la Verità e la Luce, per risorgere a una nuova consapevolezza e per creare, da questo più vero vedere, nuove forme di umanità.
Il loto nasce dal fango.
Questo è un tempo di resurrezione.