CARO NONNO, TI SCRIVO IN UN 25 APRILE ALL’INCONTRARIO

Caro Nonno,
chissà cosa avresti detto di questo 25 aprile 2022.

Il mondo oggi forse sembra ancora più sottosopra e all’incontrario del mondo in cui vivevi tu quanto facevi il partigiano in montagna.
Pensa che sembra di essere tornati alla guerra fredda anche se ora la guerra c’è davvero: i russi e gli americani sono ancora nemici e stanno facendo le prove per la terza guerra mondiale. L’Italia anche se non c’è più la Democrazia Cristiana è sempre serva e suddita degli Stati Uniti d’America, forse ancora di più di ieri.
Però, nonno, i figli dei partiti che votavi tu non stanno più coi russi, ma con gli americani e mandano armi a dei battaglioni nazisti per combattere i russi.

Non bestemmiare nonno, ma sembra davvero tutto sottosopra: quelli che dicono di essere antifascisti stanno con la Nato, quelli che sembrano buoni e che parlano di pace e democrazia sono invece quelli che vogliono la guerra, quelli che inneggiano alla libertà di espressione censurano ogni voce critica e i giornalisti che mostrano i crimini di guerra vengono arrestati e deportati negli Stati Uniti.

Mi ricordo, nonno, quando mi dicevi che la costituzione non veniva rispettata. Ora è ancora peggio: ne parlano tutti bene ma ci pisciano tutti sopra.
La televisione assomiglia a quei cinegiornali di quando tu eri ragazzo. Bisogna dire le cose che dicono tutti e parlare sempre bene di quello che ordina il potere, se no vieni tacciato, come lo sei stato tu, di essere sovversivo (ora si dice complottista).

A proposito, nel tuo paesino in provincia di Reggio Emilia, ci sono grandi celebrazioni per il 25 aprile e parleranno anche di te, poiché ci sarà una conferenza sugli antifascisti perseguitati al confino. Tu, infatti, prima ancora che partigiano, sei stato uno dei primi, quando quasi tutti erano fascisti, a essere stato arrestato confinato e bollato come pericoloso antifascista avverso al regime e ne hai patite di ogni.

I tuoi figli avrebbero voluto partecipare a questo evento del 25 aprile, per sentire cosa dicevano di te, ma non ci crederai nonno, non possiedono una tessera verde e quindi non hanno il diritto di entrare.
Infatti, nonno, pensa un po’, negli ultimi mesi in Italia hanno proibito di entrare in tantissimi luoghi senza questa tessera, ed è obbligatoria ancora per molte persone per andare al lavoro (anche tu se ben ricordo mi parlavi di una tessera in quei tempi bui, e se non l’avevi non potevi lavorare, guarda un po’ che coincidenza…). Pensa che anche quel sindacato che una volta ti piaceva è stato favorevole a proibire il lavoro a chi non possedeva questa tessera.
Te l’ho detto nonno: qui è tutto all’incontrario.

Io comunque, nonno, non ci vado più a questi eventi in cui si fa finta di celebrare la memoria per poi nascondere le ingiustizie che accadono sotto i nostri occhi.

Preferisco ricordarti così, guardando le tue foto segnaletiche dai documenti del casellario politico della polizia fascista che ti dipingeva come un pericoloso criminale, irriducibile avverso al regime e che ti rifilava giorni in più di carcere per “esserti rifiutato di salutare romanamente”

Ti porto nel cuore, nonno.
Stammi bene, dove sei.
Un bacio.

Tuo nipote Giordano

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