COSA VUOI CHE DICA ANCORA

Ma cosa vuoi che dica ancora
ho iniziato a scrivere poesie
perché cercavo il semplice
per il fuoco dello Spirito
perché tutto è detto e risaputo
ma non ancora visto.

Cosa vuoi che dica
della nuova guerra
è sempre quella
del tuo ego bellico
che divide il mondo in due
per garantirsi la parte giusta,
che non vorrà mai ammettere:
sono io il dittatore, sono io l’orrore.

Cosa vuoi che dica ancora
della propaganda
del marketing della distruzione
spacciato per informazione
del meccanismo di appiccicare
un’altra banale etichetta
a chi non si arruola
per nuovi campi di concentramento.

Cosa vuoi che ti dica della storia
se siamo ancora ai romani in seconda elementare
al “ se vuoi la pace prepara la guerra”, mandando armi e bombe.
Mi è bastata la scritta su un muro di Palestina:
occhio per occhio e saremo tutti ciechi.

Cosa vuoi che dica dell’umano
c’è sempre una scelta
tra la comodità della narrazione confezionata
e l’autonomia del sentire
tra l’obbedienza al comando del padrone
e l’inattaccabile bellezza della tua sorgente.

Cosa vuoi che ti dica del futuro
se davvero ci tieni all’avvenire
impara a morire
a non temere questo mondo di miseria
a lasciare andare
questo io in putrefazione.

Cosa vuoi che ti dica ancora,
lo sai già
finisce il tempo della menzogna
a meno che tu
non ci voglia rimanere.

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