Mi stavo preoccupando seriamente.
Sono mesi che stanno censurando e impedendo di esprimere liberamente il proprio a pensiero a scienziati, premi nobel, giuristi, medici, giornalisti e liberi individui che non si conformano alla solita lagna mediatica e al totalitarismo cammuffato di questi ultimi tempi.
E a me?! Voglio dire.. a Giordano Ruini?!?!?! Il mio ego stava sobbollendo e si stava domandando: “Ma come? Vengono censurati tutti i più grandi, e io nulla?!?!?
Nulla, ma fortunatamente, fino a due giorni fa.
Infatti, finalmente, anche io sono stato censurato! Alleluia!
Facebook mi ha detto che non posso fare dirette e pubblicare inserzioni per 30 giorni.
E la cosa meravigliosa è che mi hanno censurato e cancellato una dichiarazione poetica! Una poesia! Potrò così metterlo nel curriculum. Potrò dire a i miei nipoti che in quei tempi oscuri hanno censurato anche me e cancellato, pensate un po’, una pericolosa poesia che avevo scritto!
Facebook mi ha detto che scrivendo quella poesia non ho rispettato gli standard in materia di persone e organizzazioni pericolose.
Volete sapere quale?
Ora ve la mostro.
Prima però vorrei dirvi un paio di cose:
- La dichiarazione poetica in questione è stata una sorta di copia e incolla, in cui ho semplicemente riportato gli appellativi che ho sentito nelle principali trasmissioni televisive e giornali da bar nelle ultime sei settimane. Io ho solo riportato e portato alle estreme conseguenze quegli epiteti diretti a etichettare e stigmatizzare una presunta categoria di persone. Quindi se questa poesia viola gli standard della community di facebook perché pericolosa, significa che giornali e Tv mainstream, dai quali ho ripreso questi aberranti giudizi, sono organizzazioni pericolose. Questo mi troverebbe totalmente d’accordo con facebook.
- La poesia gioca sulla pro-vocazione e sul paradosso. Le domande ipotetiche che il lettore medio potrebbe farsi sono: ma chi sta parlando? Contro chi sta parlando? Ma è novax o provax? Ma da che parte sta?! La poesia vuole giocare proprio su questo effetto straniante, in cui o reagisci subito cercando di etichettare anche questa poesia e chi l’ha scritta, oppure sei costretto a riflettere un attimo e non buttarti subito nel meccanismo della reazione immediata.
- Giocare su questa pro-vocazione è un rischio artistico che amo correre. Immaginavo che solo pochi si sarebbero presi il tempo di fermarsi, comprendere e riflettere. Alcuni, ad esempio, non hanno compreso il tragico paradosso della poesia e pensavano che io fossi una sorta di fanatico scientista o uno che vuole mettere chi non assume il siero miracoloso in un campo di concentramento. Solo dopo una sollecitazione da parte mia a rileggere il testo, hanno compreso. Il che mostra come facilmente siamo già pronti a reagire e ad attaccare qualcuno a seconda della nostra mente galoppante e delle nostre idee fisse, senza fare nemmeno un respiro.
- Vorrei spiegarvi la poesia come farebbe un insegnante, analizzandola pezzo per pezzo. Ma non lo farò. Come direbbe Pasolini, l’unico patto inconscio che faccio con il mio ascoltatore/lettore è considerarlo “degno di ogni più scandalosa ricerca”. Voglio sperare sempre che qualcuno senta qualcosa che ho sentito io. Ma poi so che ognuno sentirà e capirà quello che può capire e sentire (forse anche meglio di me), e lascio tutto questo all’Esistenza.
- È curioso il fatto che uno dei versi recita: “se scrivono sui social bloccateli”. E voilà, mi hanno bloccato. O facebook obbedisce ciecamente alle mie parole oppure è molto facile essere profeti oggi. Il vero paradosso è che cancellandola, non fanno che confermare la verità contenuta nella dichiarazione poetica.
- Facebook è stato un aiuto per me per alcuni anni. Grazie anche a facebook ho potuto far conoscere a qualcuno alcuni dei miei scritti. Lo ringrazio per questo. Ora sembra diventato buono solo per ripostare i soliti tramonti, ricette di cucina e qualche evento allineato, ma non per condividere pensieri e parole in libertà. Io continuerò comunque ad usarlo finche’ vorro’ e potro’, come uso tutto quello che mi capita a tiro (carta, penna, foglie, legna, voce, suono, video, carta da parati) per esprimere lo spazio vibrante che mi attraversa.
E’ probabile però, come stanno facendo con moltissimi altri, che mi possano proibire di scrivere quello che voglio qui. Cosa che, fino a prova contraria, non dovrebbe succedere sul mio blog www.giordanoruini.com e sul mio canale telegram https://t.me/giordanoruini.
Invito quindi chi volesse continuare a seguirmi ad iscriversi alla newsletter tramite il mio blog (la trovate sulla pagina principale in alto a destra) o appunto sul canale telegram.
Ora vi posso ripostare la dichiarazione poetica censurata, famigerata e pericolosa, intitolata “NUOVI CAPRI ESPIATORI” che ho anche letto qualche settimana fa in piazza a Reggio Emilia.
Vi metto anche il video, che è inspiegabilmente ancora su youtube, almeno fino alla prossima censura.
Sono tempi davvero oscuri, ma citando il poeta Holderlin, “dove c’è il pericolo cresce anche ciò che salva”.
Sono nemici della scienza
ignoranti terrapiattisti
stupidi babbei
diffusori di fake news
analfabeti senza diritto di parola,
zittiteli.
Portano la malattia
egoisti irresponsabili
pensano solo a sé stessi
non hanno rispetto per i morti
per colpa loro stiamo soffrendo,
escludeteli.
Non fanno come gli altri
non si fidano
non eseguono i comandi
non si ravvedono,
ricattateli.
Che non parlino in televisione
e se parlano sbeffeggiateli
se scrivono sui social
bloccateli
se sono medici
radiateli
se sono insegnanti
sospendeteli
e tutti gli altri
licenziateli.
Chiudeteli dentro
che stiano fuori
che non rompano i coglioni
che non disturbino i commerci
specialmente
il sabato pomeriggio in centro,
arrestateli.
Che non si azzardino
a offendere la memoria
a fare paragoni demenziali
addirittura con le leggi razziali?!
Deportateli.
Che bisogna tornare
per il bene di tutti
a parlare di inclusione e democrazia
di diritti e di energia
di solidarietà ed economia.
Sterminateli.