RiESISTENZA: non farti coinvolgere dal “nemico”, spiazzalo.

 

Chi non sa Resistere, non può accedere al Potere della Resa.

Se non sai dire no, non sarai capace di dire sì.

Se non hai saputo fare una Resistenza intelligente alle assurdità del mondo, difficilmente sarai capace di abbandonarti alla Resa.
Se non ti sei tirato fuori dalla meschinità e dal conformismo, se non hai saputo staccarti dalle mille trappole della società, se non hai saputo attraversare le sirene del mondo, se ti prostituisci al denaro e al potere, se non hai rischiato col cuore, allora non hai ancora forgiato la spada della Resa.

Occorre seguire la propria autenticità, andare controcorrente, lottare in un mondo folle che trascina verso il conformismo, riconoscere le falsità, resistere all’ingiustizia e alla mediocrità.
Se non sei un ribelle, un resistente, un viaggiatore contro- corrente, sarà più facile rimanere impigliati nelle illusioni e nei drammi.
Lo stesso Buddha, che di Resa (e anche un po’ di Resistenza) se ne intendeva, parlando di colui che cerca il Vero, disse:

Con una mente determinata e un cuore che non ha attaccamenti, egli anela alla libertà. Il suo nome è Uddhamsoto: “Colui che va controcorrente”.

Chi cerca la verità non può che essere controcorrente in un mondo che promuove la falsità; chi cerca la giustizia non può che essere un resistente in un mondo che favorisce l’ingiustizia; chi vuole la pace non può che essere un ribelle in un mondo che ama la guerra; chi ama la libertà non può che essere una contestazione vivente in un mondo che promuove moderne forme di schiavitù.
Occorre resistere alla meschinità del potere, alla prepotenza, alla mediocrità, all’abbruttimento dell’umano, alla volgarità, al cinismo, all’indifferenza, al conformismo.
Resistere all’ipnosi dei media, alla mercificazione della vita, ai condizionamenti che ti hanno buttato addosso.

Resistere alla menzogna sistematica, all’eccessiva serietà, all’omologazione dei comportamenti, alla chiusura del cuore, alla cementificazione dell’ego, al lamento ipocrita.
Resistere all’esaltazione dell’ignoranza, al deturpamento della Bellezza, ai continui insulti all’Amore.
Resistere al dilagare dell’inconsapevolezza.

Sembra ci siano troppe cose a cui resistere, vero, caro lettore?

L’impegno sembra insormontabile, troppo faticoso, e vedo la tua faccia un po’ preoccupata o infastidita. Molti scelgono le vie più facili… tanto fanno tutti così… tanto è tutto uno schifo…

In effetti se devi resistere da solo contro una montagna di merda non riusciresti ad evitare di essere coperto dai suoi enormi schizzi.
Se non troviamo un modo nuovo per resistere soccomberemo.
In questo lo Zen ci viene in aiuto.

Se hai anche una minima esperienza di qualche arte marziale, saprai che è controproducente opporti facendo resistenza frontale al tuo avversario, ma che è molto più importante essere centrati e trasformare l’energia dell’avversario a tuo vantaggio.
Si resiste con morbidezza, come l’acqua che è fluida e impalpabile, ma quando meno te l’aspetti sventra le montagne.

Quando crei separazione ti irrigidisci, e viceversa.
Se, ad esempio, sei furioso con una persona, creerai una grande separazione e ti irrigidirai tutte le volte che la incontri. Questa persona sentirà l’energia di questo rifiuto, e cristallizzerà la sua identità in questa separazione, rafforzandosi in essa.

La tua resistenza, in questo caso, crea una separazione che paradossalmente va a rafforzare un conflitto egoico che ti indebolisce.
È per questo che, ad esempio, i politici hanno bisogno di un nemico, perché altrimenti non sarebbero nessuno. Hanno bisogno di qualcuno da combattere per sentirsi rafforzati nella loro identità.

Se capisci questo meccanismo ti accorgi che spesso vai a rafforzare proprio ciò che combatti.
Non creare separazione: l’altro non è un parassita da eliminare, ma energia da trasformare.

Sii spietato con l’ego distruttore del “nemico”, ma non farti coinvolgere nel suo campo di battaglia.

Spiazzalo.

(MANUALE DEL PARTIGIANO ZEN – R(i)ESISTERE ADESSO)

LIBRI di GIORDANO


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