NON SAPPIA LA TUA SINISTRA CIÒ CHE FA LA TUA DESTRA

Il seguente post è tratto  dal mio Ebook VADO NELLE FILIPPINE.
Ho viaggiato e fatto attività di volontariato nelle Filippine nel gennaio 2017. Questo  piccolo racconto  parla della famiglia che mi ha ospitato, e di come Helle, una ragazza norvegese, abbia avviato con piccoli aiuti concreti senza l’appoggio di nessuna organizzazione, un progetto di orticoltura e di sviluppo sostenibile nel villaggio di Atop-atop.

 

Al mattino mi guardo intorno e cerco di capirci qualcosa.
Sono nel villaggio di Atop-atop, nella parte centro-orientale dell’isola di Bantayan.
Dalla minuscola stanza dove ho dormito entro in uno stanzino di un metro quadrato adibito a negozietto: qualche bambino passa e compra una caramella, qualcuno arriva e prende una bustina di caffè. Fuori è tutto un via vai di gente, di galline, di galli rumorosi e qualche gatto.

Capire come è fatta la famiglia di Mylene, chi è il padre di chi, chi è il figlio di chi, per me è un’impresa quasi impossibile. Ho capito che il padre, soprannominato “Tata”, fa il pescatore e dorme appena fuori dalla casa in un divano-letto di bambù decisamente spartano. È di poche parole, come il giovane figlio, Jojo, che, racconta Mylene, una volta ha dormito in un albergo e, trovando il letto troppo morbido, ha preferito dormire sul pavimento. La moglie di Tata, la grande nonna, mi sembra calma, sorridente, attiva. E poi ci sono le mogli dei figli, i mariti delle figlie, e i bambini, tanti bambini. Quando tornano da scuola mi salutano avvicinandosi, prendendo la mia mano destra e appoggiandola sulla loro fronte, in segno di rispetto e benedizione.

Tutta la famiglia vive in un paio di stanze dove sono ammassate le poche cose che possiedono, ma certo non manca un piccolo televisore mezzo scasso, che è sempre acceso. Alla sera si mettono tutti per terra, ammassati gli uni sugli altri, chi dorme, chi guarda la televisione, chi legge, chi gioca.

Mylene ha 32 anni, e due figli.
Grazie all’aiuto economico di Helle si é iscritta all’Università ed è diventata maestra.
Il marito però non vedeva di buon occhio il fatto che stesse lontano da casa per studiare, la minacciava arrivando anche alle mani, era diventato geloso. Mylene non ha ceduto alla sua richiesta di abbandonare gli studi e rimanere in casa: dopo l’ennesima minaccia si sono separati.

I suoi due bambini, Hero e Hershey, sono svegli e simpatici. Quando sono con loro emerge la mia italianità un po’ simpatica e un po’ coglioneggiante: insegno loro la canzone “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno, che imparano dopo un paio di minuti. Se ne vanno poi in giro cantando “Volare, oh oh” per la gioia dei timpani di tutta la famiglia.

La bionda e intraprendente Helle ha tante idee, vuole fare tante cose ed è mossa da un grande cuore.

 

Mi dice che ha sempre avuto questa indole di aiutare chi era in condizioni svantaggiate. Insofferente a lente burocrazie, enti religiosi, sponsorizzazioni e operazioni poco trasparenti nel mondo del volontariato, Helle ha deciso di andare direttamente sul posto e fare da sola. Viaggiando nel sud-est asiatico, prima ha cercato di avviare un progetto di aiuto e volontariato in Cambogia, poi è approdata nelle Filippine, dove per caso ha conosciuto Mylene, che allora faceva le pulizie in un resort a Santa Fe. Ha regalato dei vestiti a Mylene, la quale non li ha tenuti solo per la sua famiglia, ma li ha distribuiti in tutto il villaggio. Così Helle ha sentito che di Mylene ci si poteva fidare, e tramite lei, ha iniziato alcuni progetti, finanziati sia dalla sue tasche, sia da amici e conoscenti.

I soldi raccolti da Helle sono serviti anche per aiutare la costruzione di alcune case dopo il devastante tifone Yolanda del 2013. Ora i suoi sforzi sono rivolti alla costruzione di una casa, nel terreno della famiglia di Mylene, che oltre ad ospitare persone, dovrebbe essere la base per avviare progetti educativi legati all’agricoltura e all’alimentazione. L’orto dovrebbe allargarsi e la cucina dovrebbe diventare un laboratorio e un luogo di incontro per tutta la comunità.

Sulle prime sono un po’ spaesato: dove vuole arrivare questa norvegese? É un’anima pura che si sbatte per gli altri o è una megalomane che ha la pretesa di salvare il mondo?
In effetti Helle sembra che abbia fatto da sola quello che potrebbe fare una piccola Ong, o quasi.
Ha giusto creato un gruppo chiuso su facebook in cui pubblica aggiornamenti riguardo l’andamento dei lavori di costruzione della casa e mostra dove vanno a finire gli aiuti economici.
Non vuole fare e farsi pubblicità, non vuole avere troppa visibilità, ma vuole solo raccogliere, dalle persone giuste, quello che basta per comprare le cose utili, come materiale da costruzione per la casa, un tank per raccogliere l’acqua piovana, materiale per costruire una serra, e via dicendo.
Ascoltando e osservando il suo lavoro mi viene in mente una frase di Gesù, tratta dal Vangelo secondo Matteo (6,1-6.16-18):

“Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.
Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.”

Nella terra della famiglia di Mylene zappo e preparo il terreno per un’eventuale semina, pianto 5 banani, seminiamo del basilico e del prezzemolo. Mylene dice che nessuno qui mangia il basilico: addirittura al mercato non lo volevano nemmeno regalato. Eppure da queste parti cresce benissimo e basterebbe metterlo sui piatti giusti per renderlo appetibile anche ai Filippini, come fa il ristorante italiano a Santa Fe.

Non so bene se quello che sto facendo sarà utile in qualche modo, ma mi colpisce quello che succede quando prendo in mano la zappa. I bambini e i ragazzi arrivano, guardano, vogliono aiutare. Anche il piccolo Joshua, che ha tre anni, prende il rastrello e cerca di imitare quello che faccio. Arrivano dei curiosi, qualcuno della famiglia, e qualcosa si mette in moto. Forse vedere un “Merikano”, un occidentale che lavora la loro terra, gli sprona e gli incita a fare.

       

Il sogno di Helle di creare un orto come base per far conoscere possibilità di alimentazione differenti, per incentivare la coltivazione famigliare di frutta e verdure, e avere una cucina aperta come luogo di comunità, dovrebbe partire da qui, da questo giardino e da questa casa in costruzione.

Metà dei guadagni che otterrò da questo E-BOOK  andranno direttamente, tramite il supporto di Helle, a finanziare progetti di orticultura, permacultura e sviluppo sostenibile per la comunità locale di Atop-atop. Sarò attento ad individuare l’investimento più appropriato e lo seguirò con Helle da vicino, così come cercherò di informare tramite blog e social network lo sviluppo di eventuali progetti finanziati. Se hai acquistato o acquisterai questo e-book sappi che metà di quello che hai pagato andrà supportare questi progetti. Anche se sono pochissimi euro possono fare la differenza.

 

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