Ho finito di leggere questo libro, Dal mare verrà ogni bene, di Christos Ikonomou, scrittore greco.
Confesso che l’ho preso esclusivamente perché attratto dal titolo, senza sapere bene di cosa parlava. Si è rivelato sopra le aspettative.
Non starò qui a commentarlo: preferisco citare qualche brano che mi ha particolarmente colpito.
Sono quattro storie, ambientate in un’isola della Grecia contemporanea, ma in realtà parlano di esseri umani davanti alla natura, alla crisi, ad altri esseri umani, a se stessi. Io ci trovo incursioni bellissime, crude, dolci e spietate, pensieri caotici dei protagonisti da cui emergono perle di lucidità sociale e metafisica. Insomma, mi è piaciuto.
Ecco alcuni assaggi. Buona lettura.
“Ci penso molto spesso. All’odio, dico, e alla paura. Ci penso molto spesso e mi chiedo quale dei due generi l’altro. È l’odio che nasce dalla paura o la paura dall’odio? E mi chiedo che ne sarà di noi, che cosa ci aspetta domani, dove ci porterà tutto ciò. In quale paese vivremo, mi chiedo, sia noi che coloro che verranno dopo di noi? In un paese che esisterà perché odia e ha paura? In un paese che esisterà per odiare e avere paura? E voglio credere in qualcosa. Voglio credere a qualcosa, d’accordo? Credere in qualcosa, a qualcuno. Voglio credere a un nuovo Cristo, pur sapendo che non esiste, pur sapendo che non scenderà mai sulla terra, non sarà generato, non sarà crocefisso, non risorgerà. Sapere che qualcosa non esiste e crederci -questa è, ritengo, l’unica salvezza che ci è rimasta. Perché se credi in qualcosa che non esiste, forse -chissà, forse- un giorno ciò in cui credi vedrà la luce.”
“Il mondo è fatto in modo tale da privare ognuno di noi della possibilità di fare del bene in prima persona. No, no, errore. Riprendiamo dall’inizio. Pronti? Allora. Il mondo è fatto in modo da esimere ognuno di noi dalla responsabilità di fare il bene in prima persona. Ognuno di noi è libero di fare il male in mille modi, mentre il bene è sempre una faccenda che riguarda qualcun altro. Nelle nostre società, il bene è un monopolio dello Stato. Perché una società funzioni in maniera elementare, lo Stato deve avere il monopolio della violenza -ma ancora più importante per una società è che lo Stato abbia il monopolio del bene. Vi sembra che questo ragionamento sia tirato per i capelli? Iperbolico? Eppure, questa è la verità. No, errore. Ma così è la verità. Poiché il potere è identificabile con la sua corruzione –perché il potere, ovviamente, non corrompe né viene corrotto, come dice qualsiasi buffone in televisione o su Internet, il potere è identificabile con la sua corruzione, il che significa che il potere è corruzione -così anche la verità è identificabile con il suo trascendimento. Il che significa che per vedere la verità nella sua interezza devi trascenderla. Per vedere la verità nella sua interezza devi allontanarti dalla verità, così come, per esempio se vuoi vedere la Terra nella sua interezza devi viaggiare nello spazio per migliaia di chilometri.”
Quale bene verrà dal mare? Quando? In quale forma? Nessuno dei personaggi del libro lo sa. E nemmeno io lo so. Ma un po’ comincio a crederci.
“Sapere che qualcosa non esiste e crederci -questa è, ritengo, l’unica salvezza che ci è rimasta. Perché se credi in qualcosa che non esiste, forse -chissà, forse- un giorno ciò in cui credi vedrà la luce.”
Dal mare verrà ogni bene.