ALIMENTAZIONE, VACCINI, FARMACI E TUTTO IL RESTO: A CHI DAI AUTORITÀ

Oggi gli esperti non sono più esperti, le notizie non sono notizie, le cure non sono cure, i fatti non sono fatti, la realtà non è la realtà.

Che si parli di immigrati, vaccini, informazione, farmaci, politica, alla base c’è un grande problema di percezione della realtà. Come sappiamo le cose che crediamo di sapere? Da dove conosciamo una notizia? Da chi ci informiamo? Di chi ci fidiamo? A chi diamo autorità?

Ci possiamo aggrappare alle vecchie fonti di informazioni e di conoscenza del mondo perchè abbiamo paura: frana il terreno sotto i piedi, non c’è più il papà o la mamma che ci dicono cosa fare. Le istituzioni si rivelano lontane e sorde, le religioni troppo distanti, i partiti finiti da un pezzo. Rimane una scienza ufficiale, che invece di diventare un terreno di confronto e uno spazio di libertà del sapere, si è arroccata a dogma razionalista e maccanicista e fa l’occhiolino al mondo della finanza e della più viscida economia di mercato.

Qualcuno ha criticato il tuttologismo del web, dove sapientoni, maghi di ricette miracolose e narcisisti repressi in cerca di visibilità, si affannano a dire: guardami io ho ragione e tu non vali una cippa!
Il primo pirla che passa può fare un bel post sulle proprietà curative della curcuma, dispensare consigli di marketing digitale con la promessa di guadagni milionari, fomentare un po’ d’odio a casaccio o assicurare la validità della cura anticancro della zia.

Questo tuttologismo da web ha una causa: ci si informa e si informa anche su google perchè non ci si fida più.

E questo sentimento di sfiducia è legittimo, autentico, conseguenza reale di una antica e costante presa per il culo di esperti, mondo medico e farmaceutico, istituzioni, e mondo dell’informazione.

Più che lamentarsi del fatto che ci sono milioni di ignoranti che dispensano consigli su cose che non sanno,  perché non iniziamo a chiedere a noi stessi:
Dove prendiamo le informazioni? Come le verifichiamo? Qual è la fonte della nostra conoscenza? A chi diamo autorità?
Ma questo non è (solo) un problema del web, ma della vita quotidiana.
Chi ci dice che una cosa è vera? Di chi ci fidiamo?

È la fiducia il vero nodo sul quale si giocherà tutta la partita di questo secolo, dentro e fuori dal web.

Ci sentiamo impotenti, perché ci sentiamo presi in giro, perché c’è questa percezione diffusa di essere in un “Truman show” permanente.
C’è qualcuno che ovviamente non crede ai proclami dei politici, inizia a dubitare dei super esperti televisivi,  si stanca dei giornali da bar e di un’informazione che deforma invece che informare, mette in discussione l’effettiva bontà dei farmaci che gli prescrive il solito medico, si accorge che molte delle cose che compra quotidianamente nel centro commerciale sono veleni, comprende dolorosamente che tante delle cose che gli hanno raccontato e in cui credeva sono balle ben costruite.
E allora quel qualcuno è costretto a cercare altre strade, altre fonti di informazione, altri pareri, altri medici, altri modi di nutrirsi, altri modi di vivere: deve cercare risposte in altri luoghi.

Il web, nelle sue infinite contraddizioni, ha aperto degli spazi di informazione e conoscenza nuovi e impensabili; a volte per noi comuni mortali non c’è altra soluzione che passare da lì: per sapere, per ricercare, per trovare una soluzione, una cura, una persona che ci può aiutare.
In un agghiacciante vuoto culturale ed educativo, a volte non rimane altra strada che provare a smanettare sulla tastiera per capirci qualcosa, per ricercare testimonianze che non hanno accesso ai canali tradizionali, a pescare informazioni che vengono tenute volutamente nascoste.
Siamo costretti a informarci, a cercare, ad esplorare, senza facilitatori e senza nessuno che ci guidi: siamo costretti a fare un po’ i tuttologi. Non perché ci divertiamo a fare i complottisti, o ci riteniamo depositari di un sapere elitario e radical chic, ma perché le alternative ce le hanno spazzate via.

Se il web è diventato una fonte di nuova e diversa informazione su alimentazione, vaccini, farmaci, guerre, inquinamento (e chi più ne ha più ne metta), non è a causa di pazzi paranoidi anti-sistema, ma è l’ovvia conseguenza delle ipocrisie e delle falsità raccontate per troppo tempo dai grandi media, mentre le informazioni liberanti e importanti sono state nascoste, taciute o deformate.

Gli esperti a cui ci siamo affidati si sono rivelati per lo più fasulli. Abbiamo imparato  che l’amianto non è un materiale ecologico, che Saddam Hussein non aveva armi di distruzione di massa (una “bufaletta” che ha portato guerre e destabilizzazione in tutto il pianeta)  che bere molto latte fa male alle ossa e non il contrario.

In questo olocausto del marketing in cui le balle vengono create abilmente per venderci qualcosa che ci farà male, come si fa a stupirsi che le persone siano sempre più scettiche su quello che viene raccontato dai grandi media, dai grandi esperti, dalle versioni ufficiali, dalle ricerche scientifiche sponsorizzate da qualche multinazionale, dal comparto medico-farmaceutico? E che cerchino, dove e come possono, fonti di informazione alternative?
A volte nemmeno i cosiddetti esperti sui quali riponiamo la nostra fiducia sono consapevoli di informarci male, perché si sono formati in un sistema educativo che gli ha “inducati” ed addestrati  a rimanere in certi schemi dogmatici, e a ripetere certe informazioni “ufficiali”.

Un anno fa sono andato dal mio medico della mutua perché da anni soffro di una forma acuta di allergia primaverile. Gli ho chiesto se modificando l’alimentazione avrei potuto ottenere dei risultati. Lui l’ha escluso e mi ha prescritto la ricetta dei soliti antistaminici.
Ovviamente io ho fatto di testa mia, ho lasciato perdere gli antistaminici, ho chiesto ad amici che si erano confrontati con cambiamenti alimentari, e…ho fatto le mie ricerche anche grazie al web.
Ho leggermente modificato l’alimentazione e ho scoperto che, almeno nel periodo dell’allergia, se non mangio latticini, se non bevo alcolici e caffè e se assumo un prodotto ayurvedico a base di curcuma e di zenzero l’allergia quasi scompare.  Informazioni semplici e piccoli cambiamenti quotidiani possono evitare complicazioni ben più gravi: perché il mio medico non me l’ha detto?
Non credo che il mio medico della mutua sia stato in mala fede. È che l’hanno costruito così, come la maggior parte dei medici. Ha studiato una serie di informazioni, di direttive, di protocolli, e a quelle si attiene.  Ma questa non è scienza: un atteggiamento scientifico è quello che dubita, si interroga, che verifica, e muta eventualmente conclusione in base alla realtà che sperimenta. Quindi io non so che farmene di un medico così: non posso fidarmi di lui.
Come non posso fidarmi del primo espertone che in televisione mi dice cosa fare, cosa mi fa bene o cosa mi fa male. Ho il diritto di non fidarmi, di non credere, di non accettare quello che mi viene raccontato (e ne ho tutte le ragioni), e di scegliere per me stesso.
E così, in questo caso, io ho fatto da solo.

Il dentista di una mia amica mi ha detto che una quindici di anni fa ha rassegnato le dimissioni da un grande centro dentistico perchè sapeva che facevano amalgame dentarie con materiale altamente pericoloso per la salute. Lui se ne è andato e questi hanno continuato per 15 anni. Dov’era la scienza allora? E fra 15 anni cosa ci dirà sul nostro presente?

Ce lo dice la Scienza, ce lo dice l’Europa, ce lo dice la statistica, ce lo dice la medicina: ce lo dice sempre qualcun’altro, ma sappiamo chi sia veramente questo qualcun’altro?

Ovviamente il fai da te assoluto non è la soluzione e in certi casi può essere pericoloso: diagnosticarti le malattie su google e crearti la tua idea di realtà tramite i social network è sintomo di elevata deficienza. Non possiamo certo fare sempre i tuttologi e risolvere tutto da soli: abbiamo bisogno di persone esperte e competenti, ma spesso le dobbiamo andare a cercare fuori dalla solita zona di abitudine e sicurezza, a volte non avendo altra alternativa che partire dal web.

Il problema non sono i tuttologi sul web, le bufale e i coglionazzi che le sparano grosse sui social. Il vero problema non sono i vaccini, gli immigrati, il debito pubblico, la Tav.

Il vero problema è il condizionamento psicologico e culturale che ogni individuo accetta senza indagare a fondo ciò che è vero.

Non vedi che ascolti, parli e commenti quello che non hai deciso tu? Non vedi che sei indotto a sorbirti e a dare la tua opinione (della quale non gliene frega niente a nessuno) su quello di cui si parla sui giornali, sui social, sui tg?

Il mondo dell’informazione mette in prima pagina le solite cose affinchè la tua attenzione e la tua energia vada lì: è una sorta di vampiro energetico che ti induce ad ascoltare parlare delle stesse psudo-notizie e a farti un’idea del mondo a  immagine e somiglianza di qualcun’altro.

Gli esperti non sono più esperti, le notizie non sono notizie, le cure non sono cure,  i fatti non sono fatti, la realtà non è la realtà.

DI CHI TI FIDI?

Quando ti schieri pro o contro i vaccini, quando infili roba nel carrello, quando metti i soldi in banca, quando vai  in farmacia, quando fai benzina, quando guardi il Tg, di chi ti stai fidando? Chi stai ascoltando? A chi dai autorità? E perchè?

Un sano, allegro, intenso, radicale dubbio è una splendida base di partenza ed è caldamente consigliato.

 

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9 Replies to “ALIMENTAZIONE, VACCINI, FARMACI E TUTTO IL RESTO: A CHI DAI AUTORITÀ”

  1. Fantastico articolo, semplice ed esaustivo.
    Mi ritrovo in ogni parola.
    Non visualizzo però i 3 libri consigliati.. è un bug di visualizzazione che ho solo io?
    Un abbraccio!

    Francesca

    1. Grazie Francesca! I tre libri consigliati io li visualizzo, fammi sapere se riesci a risolvere e a visualizzarli.Ciao!

          1. Eccoli lì!
            Grazie mille, ora si vedono 😀
            Quello di Brusset mi mancava.. e sembra davvero interessante!
            😉

  2. Complimenti bellissimo articolo! Sono proprio le parole che avrei voluto dire (e che ora dirò) a tutti quelli che mi accusano di essere “complottista”

    1. Accusare di complottismo spesso è un’ottima tecnica usata da chi non vuole andare a fondo nella ricerca della verità, per comodità o paura. Grazie Stefania!

  3. Ciao Giordano, grazie per questo articolo e per i tanti altri che mi hanno aiutato a dare forma a pensieri che sento giusti “di pancia” ma che a volte ho difficoltà a motivare razionalmente (anche con me stessa!)
    Ho un piccolo aneddoto di quando accompagnavo mia madre dall’oncologo.
    “Dottore, che alimentazione consiglia? Che cibi deve evitare mia madre vista la grave patologia al fegato?”
    “Può mangiare tutto. Venite qua con le vostre convinzioni mediate da internet e volete fare tutti i medici. Vi siete fissati con l’alimentazione ma è una bufala, non importa quello che mangiate”
    Durante la stessa conversazione “Dottore, c’è qualche integratore naturale che può aiutare soprattutto durante la chemio?”
    “Assolutamente no! Non assumete niente di non autorizzato da me, voi le sottovalutate ma le erbe sono potenti, hanno dei principi attivi da cui si creano farmaci potenti”
    “Dottore, io lo so che le erbe sono potenti altrimenti non glielo avrei chiesto. Ma le domando ora, se le erbe sono tanto potenti da esserne sconsigliato l’utilizzo di propria iniziativa, non è logico pensare che anche i cibi che mangiamo (a volte “erbe” anch’essi) abbiano una loro importanza? E se sono così potenti non potrebbero essere utili anche senza la sintetizzazione in laboratorio?”
    Questo minuscolo racconto solo per dimostrare che una stessa verità viene spesso manipolata in base alla convenienza della situazione e del momento. Aggiungo che ho scoperto con orrore che, durante i lunghi anni degli studi di medicina, le ore dedicate al corso di alimentazione sono irrisorie, quasi inesistenti.
    Il fai da te sarà anche pericoloso, ma i rimedi “di sistema” non sono poi da meno. Spirito critico sempre all’erta!

  4. Grazie Chiara per questa tua testimonianza, hai centrato il problema.
    C’è davvero molta confusione in giro, tanta ignoranza spacciata per scienza, e poco buon senso. Senza paraocchi, riflettiamo con la nostra testa e sentiamo con il nostro cuore. Un caro saluto.

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