CURATI CON LA TUA PARTE FOLLE : “Out of the box” come medicina

La sana follia è una delle possibili armi per curarci e non farci inquinare la psiche da questo mondo di pazzi che pensano di essere normali e sono anche convinti di avere ragione.

Soffocati dalla mente razionale, legati a una serie di convinzioni rafforzate dalle credenze collettive della coscienza di massa, spesso ci convinciamo che dobbiamo essere persone serie, con un’identità granitica, rispettabili e con la testa sulle spalle.

Abdichiamo a una sana follia, che è invece rimasta una delle armi che abbiamo a disposizione per lasciare andare le catene del grigiore e della idiozia meschina. Ci accontentiamo di un’altra follia, quella della mente ordinaria che si impossessa di noi con tutta la sua mole dei dover essere, dei giudizi, delle cose da fare e delle maschere da indossare per arrivare da qualche parte ed essere accettati.

Occorre distinguere bene. Ad esempio, abbruttirsi e fare i coglioni nel week-end per poi tornare a fare gli schiavi il lunedì non è sana follia, ma appunto un’altro tipo di pazzia sociale che quasi tutti accettano come normale. Vomitare rabbia su qualcuno, indulgere nelle emozioni negative e proiettarle su altri, non è sana follia.
Invece, riconoscere tutto il mondo emozionale che non obbedisce alle logiche mentali, permettere e trovare il modo di farlo uscire senza danneggiare nessuno, accogliere le nostre stranezze e la nostra unicità è la cura.

D’altra parte se viviamo in un mondo pazzo che ci vuole integrati, la nostra sana follia si ribella e ci chiede di essere vista e riconosciuta, altrimenti sbrocchiamo di brutto.
Ognuno di noi contiene la dimensione della follia, che può aiutarci o devastarci, può essere un’amica o l’abisso. Il mondo in genere la teme, la reprime o l’accetta solo in casi eccezionali (ad esempio nell’artista riconosciuto e celebrato, basta che non rompa troppo i coglioni).
Le persone che impazziscono nel loro lato oscuro sono vittime della loro follia repressa non riconosciuta, e quindi la cosa migliore è ammettere che sì, siamo anche pazzi, e vedere in che modo lo siamo.
Chi non riconosce e trattiene la propria sana follia, che viene dalla stessa sorgente dell’Amore e della Creatività, si ammala, impazzisce sul serio o muore ( a volte muore prima di morire).
Chi invece sa attingere e riconoscere la propria sana follia ha un’arma potente di liberazione e gioia.

La mia esperienza con Out of the Box è partita da questo anelito e da questa visione di liberazione.

COS’E’ OUT OF THE BOX? Come è iniziato?

“Out of the box” è un gioco ricco di simbologia e di insegnamenti. Il nome di per sé rivela già molte cose.

Le azioni sono contenute in un box, una scatola, e occorre entrare con una mano e portare fuori dalla scatola un’azione. Questa azione prevede un coinvolgimento che induce, in molti casi, a compiere un passo fuori dai nostri box: la scatola delle paure, dei giudizi, dei condizionamenti, della seriosità, delle limitazioni, dei ruoli ecc. Insomma la nostra famosa zona di comfort, che si trasforma velocemente in una prigione dorata.
Ciò che ci fa ammalare è proprio il rimanere e il fossilizzarsi dentro a queste scatole.

“Out of the box” può essere quindi una grande medicina perché spesso la Vita, quando ci muriamo dentro a “una scatola”, ci mette saggiamente in guardia con la malattia. Siamo troppo più grandi per essere confinati dentro a piccole scatole, e quindi, anche se ce la raccontiamo, stiamo scomodi.

Ippocrate, il padre della medicina, portava a guarire i suoi pazienti su di un’isola, lontano dai luoghi abituali, poiché la malattia ha che fare con la nostra vita quotidiana, con le nostre abitudini, con chi frequentiamo, con quello che mangiamo, respiriamo, pensiamo ogni giorno.
Non potendo andare sempre su di un’isola, possiamo però tirarci fuori dalla scatola della soffocante normalità con altri mezzi.
Se riuscissimo a essere consapevoli dei box in cui siamo murati sarebbe già un passo enorme verso la Libertà e la Vita.

Quali sono i nostri box? Quali le scatole in cui ci infiliamo?

Da qualunque scatola senti di voler uscire, il mio sentito augurio è quello di evadere in grande stile, con sana follia, forza, amore, e sacro divertimento.

TRATTO DA

OUT OF THE BOX, UN ANNO FUORI DALLA ZONA DI COMFORT, LIBRO & DVD

La prossima presentazione di Out of the Box sarà il 24 giugno a Guastalla (RE) in occasione delle “Giornate del benessere”.

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